mercoledì 28 maggio 2003

ieri sera, alcuni flash:

Martedì sera, Camarillo morto. Morte al Camarillo. Dentro soltanto uomini e che uomini...Io, Calo e Simone fuggiamo al Galeone. C'é una band suona rhythm'n'blues con la cantante che tra un pezzo e l'altro interroga il pubblico sulla storia del blues per vedere se siamo ferrati in materia (Calo l'accusa subito di didascalismo).
La cameriera con i capelli rossi tinti ha un culo che parla una lingua meravigliosa, uno quadro bollente dipinto di peccato. M'informo sul suo conto e vengo a sapere che é la sorella del gestore, un pelato che lavora dietro al bancone. Ordiniamo qualcosa per essere serviti da lei. Ci facciamo un paio di medie di quelle doppio malto a 10° che Calo chiama "birra psichedeliche". Simone non parla ma dice di essere sconvolto già dal primo pomeriggio. A metà della seconda staffa incominciamo a ridere. La finiamo e ce ne andiamo; Calo é convinto che la tipa si sia girata per guardarci (sì, come no). Saliamo in macchina con Sharks & Sailors dei June Of '44 a palla, gridando il ritornello a squarciagola.
Calo ci porta a pisciare al fiume in un posto dove il Bormida sembra un Missisipi con gli incubi. Piscio da sopra nel punto esatto dove sgorga il ruscello. Mi sento come il dio delle acque, il Mosé del piscio con la testa pesante. Trascendenza assoluta. Qualcuno sta pescando ma col nostro casino i pesci saranno scappati in Cecenia.
Finiamo in una cascina ristrutturata. Un luogo alquanto macabro e misterioso. Simone mi parla della leggenda del frate con la testa mozzata di un eretico in mano (o qualcosa del genere, non ricordo bene). Piscio di nuovo pensando a Pacciani nasando l'odore del fieno e dell'erba medica appena tagliata...Calo e Simone s'arrampicano sul fienile senza nessuno motivo apparente se non quello di ridere e di dire "suca" a me che sono sotto. Io fatico a stare in piedi. Mentre ce ne andiamo Simone stacca il numero civico dal portone e se lo porta via per ricordo.
Poco più in là finiamo in una piccola centrale idroelettrica, uno scorcio periferico di Manchester nel contesto rurale acquese. Cerchiamo di entrare. Piglio una storta forzando la ringhiera ma c'accorgiamo di una scala nel retro. C'introfuliamo dentro con gli accendini accesi perchè non si vede un cazzo. Sembra di essere nella casa di The Blair Witch Project. Non ho paura perché sono completamente andato per la tangente alcolica. Simone prende un bastone, Calo l'estintore (non si sa mai...), saliamo le scale e accendiamo la luce (tanto per non passare inosservati), da lì in poi é vandalismo puro. Calo comincia asparare con l'estintore, Simone sfascia i vetri che gli capitano a tiro con la mazza io prendo a calci le porte. Calo sale fino all'ultimo piano e lascia cadere a bomba l'estintore ancora pieno...il colpo che l'estintore dà al contatto col suolo é deludente...volevamo che esplodesse...Calo fantastica sul fatto che magari al piano terra c'era una coppietta intenta a scopare e l'estintore gli ha uccisi.
Ce la filiamo a colpi di clacson.
Torniamo ad Acqui e decidiamo di andare a rompere le balle alle prostitute in Piazza della Bollente. C'é una casa in via Scatilazzi dove ricevono a domicilio. Sui citofoni ci sono i loro nomi: Monica, Laura, ecc. Dalla finestra Cicles, magnaccia/pusher?, sta ascoltando gli Anatrofobia alla radio (!) e ci dice che non c'é più nessuno. Merda, era la volta buona che facevo una mano come si deve. Prima di andare passiamo dalla casa degli albanesi, gli stacchiamo la luce e ce la filiamo di corsa ridendo come dei coglioni ripresi dalle telecamere. Mi riportano a casa. Sento mia madre che russa, per fortuna. Al mio risveglio stamattina mi ritrovo seduto sul letto appoggiato allo schienale ancora vestito. Meglio, non ho dovuto fare il letto.