martedì 4 novembre 2008

Come on up for the rising
Come on up, lay your hands in mine
Come on up for the rising
Come on up for the rising tonight.
- "The Rising", Bruce Springsteen
Guardando i tg della sera mi sono accorto di una cosa: oggi é festa nazionale! E' il “Giorno dell’Unità nazionale” e contemporaneamente la “Giornata delle Forze Armate”! Ricorre l'anniversario della fine della 1^ Guerra Mondiale e la celebrazione della giornata delle Forze Armate. Come mai tanta eco mediatica per una "festa" costata alle casse dello stato circa 750mila euro? Com'é che per il 25 aprile la maggioranza del parlamento manco festeggia? Com'é che durante le celebrazioni dell'8 settembre il nostro ministro della difesa ha elogiato pubblicamente la divisione Nembo, il battaglione di paracadutisti che combatterono al fianco della quarta divisione Lutwaffe contro le truppe alleate sbarcate ad Anzio? Sono un povero ingenuo, la verità. Anzi, mi piace far finta di esserlo. Il disegno politico é chiarissimo e sotto gli occhi di chi ha voglia di soffermarsi a guardarlo. Una quarantina di stronzi squadristi scende dai camion con le mazze tricolori e si mette a randellare dei liceali in piazza Navona. Qualche giorno dopo gli stessi scavalcano indisturbati i cancelli della sede Rai per menare chi ha chiesto di denunciarli. Mentre Gianpaolo Pansa é sempre nella top ten dei libri venduti. Li chiamano "ultrà di estrema destra". Perché si vergognano a chiamarli fascisti?
Johnny Marr é il mio chitarrista preferito di tutti i tempi in assoluto.
Seguito da Graham Coxon.
Mai ascoltato tanto reggae in vita mia quanto in questo periodo.
Usano "From The Morning" di Nick Drake per la pubblicità del Vicks. Disgustorama.
L'altra mattina ho seriamente rischiato di venire alle mani con l'autista di un tir. All'altezza di Cormano mentre mi stavo immettendo nella corsia in direzione A8 ho sentito una trombata di clacson provenire da dietro accompagnata da ripetuti colpi di fanali abbaglianti. Prima ancora che avessi il tempo di realizzare un motivo vedo il tir affiancarsi alla mia Toyota Corolla aziendale con un tizio che si sporge fuori dal finestrino gesticolando e sbraitando. Ancora assonnato, con la pressione bassissima, faccio segno al conducente del bilico che non capisco e con le braccia gli faccio segno di non capire. Questo la prende male: campa il tir in mezzo alla strada, tira il freno a mano e scende dirigendosi verso di me con fare minaccioso. Pochi secondi per realizzare che sta per scoppiare una merda. "No, dai - penso - mi tocca darmi alle sette del mattino...". Il tracagnotto si avvicina urlandomi qualcosa in una lingua a me incomprensibile (forse dell'est) e apre la portiera della mia macchina spronandomi a scendere dal veicolo. Mentre scendo mi preparo a partirgli secco. Carico il pugno aspettando che sia lui a fare la prima mossa a mio rischio e pericolo. Lui non mi tocca e mi dice in italiano una cosa del tipo: "tu sei fuori di testa...". Io gli riferisco quanto segue: "non rompermi i coglioni. Non hai visto che ho messo la freccia?! Che cazzo vuoi dalla mia vita?!". Nel frattempo mi rendo conto che il suo tir sta praticamente bloccando tutto il traffico. Mentre siamo lì che ce la spieghiamo ad alta voce mi accorgo di qualcun'altro che urla e clacsona. Scendono dalle macchine altri due tizi minacciosissimi che si rivolgono al camionista apostrofandolo così: "o extracomunicatario di merda, leva quel cazzo camion di mezzo che dobbiamo andare a lavorare noi! Torna al tuo paese, pezzo di merda!". Il tizio manda a stendere anche loro ma forse percepisce il pericolo e se la fila alla veloce. Nel frattempo mi accorgo che anche la fila davanti a me sta avanzando. Salto in macchina veloce onde evitare di essere linciato anch'io. Metto in moto, riprendo la marcia e accendo la radio. Dopo qualche minuto incomincio a provare quasi pena per quel camionista che voleva impatellarmi senza un motivo apparente. Abbiamo rischiato di metterci le mani addosso, é vero; ci siamo mandati a fare in culo a vicenda, é vero, ma nessuno dei due é stato così offensivo nei confronti dell'altro come quel tipo dell'altra macchina che gli ha dato dell'"extracomunitario di merda".